Spirito di Assisi
Il 27 di ogni mese, in seguito all'incontro ad Assisi dei reppresentanti delle religiosi, con San Giovanni Paolo II, il 27ottobre 1986, il nostro Vescovo propone un'intenzione di pregiera !
27 settembre 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
in ascolto delle vicende della storia, in questo tempo segnato dolorosamente da tante situazioni di violenza, terrorismo e guerre, non possiamo mancare di chiedere a ciascuna e ciascuno di voi e ad ogni comunità di fede di unirvi alla preghiera per il Libano. Come ogni 27 del mese, ciascuno inviterà a sua volta le proprie rispettive comunità a compiere questo gesto nei modi e nei tempi più consoni alla propria tradizione di fede.
La terra dei cedri, culla di una civiltà antica e operosa, è segnata oggi dalla violenza e dalla minaccia di un conflitto che potrebbe assumere proporzioni più vaste. Il rischio concreto è di una vera e propria estensione della guerra che infiammi ancora di più il Medio Oriente.
Noi crediamo che il destino dei popoli non sia nelle mani dei signori della guerra ma in quelle del Dio della misericordia che ha solo progetti di pace. Per questo le donne e gli uomini di fede non possono che essere operai solerti del cantiere della giustizia e della pace. Chi usa la violenza in tutte le sue forme tradisce la volontà di Dio e si pone al servizio del male.
Invito pertanto tutti a invocare Dio a favore della popolazione libanese perché non resti vittima della violenza e veda prevalere le ragioni della pace. È questo l’insegnamento che abbiamo raccolto dallo “spirito di Assisi” che in quel 27 ottobre 1986 vide raccolti nella città di san Francesco i leader delle religioni che, abbandonando antiche contese e contrapposizioni, trovarono nella preghiera il cammino per porsi al servizio della costruzione della pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 agosto 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la diffusa condizione di sofferenza e morte non conosce soste e ci spinge a portare nella preghiera tutte le popolazioni che sono sottoposte a gravissime violazioni dei diritti umani e al fuoco delle guerre e a ogni violenza. Pertanto non dimentichiamo l’Ucraina, Israele e la Striscia di Gaza, il Myanmar, il Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, Haiti e si potrebbe continuare ancora.
In questo nostro appuntamento mensile chiedo a ciascuna comunità di ogni confessione e religione, di unirsi nella preghiera a favore della popolazione del Bangladesh. Non dimentichiamo che si tratta di uno dei Paesi più popolosi al mondo con più di 173 milioni di abitanti. Gli scontri interni degli ultimi mesi, hanno registrato un alto numero di vittime (si parla di oltre 300 morti). Oggi finalmente sembra che quel Paese si sia incamminato in una strada di pacificazione e riforme che consentano il recupero della vita normale dei suoi abitanti e il riconoscimento dei diritti che la Dichiarazione universale riconosce ad ogni persona. Per questa ragione vorremmo accompagnare con la nostra preghiera questa nuova fase di un processo doloroso ma carico di speranza. Ce lo hanno indicato con chiarezza i leader delle religioni che scelsero di incontrarsi in Assisi il 27 ottobre 1986 dando vita allo “spirito di Assisi” che vogliamo contribuire a tenere vivo.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 luglio 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la violazione del diritto universale e inalienabile all’acqua è oggi causa di conflitti, è fonte di sofferenze, disastri sociali, ambientali, economici e umani. L’8 giugno scorso, in un messaggio a un evento in Costa Rica in occasione della Giornata mondiale degli oceani, Papa Francesco ha ribadito che «l’acqua è necessaria alla vita umana, senza di essa nessun progresso, nemmeno sociale, può sussistere». Pertanto difendere il diritto all’acqua, oggi più che mai, significa difendere il diritto alla vita. Per questo consideriamo la privazione dell’accesso all’acqua potabile di un numero altissimo di abitanti della terra come una vera e propria guerra che minaccia la vita umana e la dignità delle persone mettendone in crisi la pacifica convivenza umana. La sicurezza dell’acqua è peraltro compromessa da diversi fattori come l’inquinamento, i conflitti, il cambiamento climatico e lo sfruttamento abusivo celle risorse naturali. Al contrario proprio il rispetto di questo diritto costituisce una condizione per la pace. Sono le ragioni per le quali crediamo che non si possa pensare di considerare questa risorsa naturale come un bene privato che genera profitti secondo le leggi del mercato.
In questo mese di luglio invito tutti i credenti, di qualunque religione, a proseguire l’impegno della preghiera per la pace elevando suppliche e invocazioni a Dio affinché a tutte le persone e ad ogni creatura sia assicurato l’accesso all’acqua. L’appuntamento spirituale, come sempre è per il giorno 27 che fa memoria della preghiera per la pace che ebbe luogo in Assisi il 27 ottobre 1986.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 giugno 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
dobbiamo constatare che la preparazione e l’attuazione delle guerre si sono avvantaggiate di armamenti tecnologicamente sempre più evoluti ma finalizzati unicamente a produrre un numero più alto di morti, sofferenze e distruzioni.
Da tempo ormai l’Intelligenza Artificiale contribuisce in modo determinante a questo scopo. A destare preoccupazione sono soprattutto le cosiddette “armi autonome letali” che possono intervenire in maniera persino indipendente dalle decisioni umane. Si tratta di armi programmate per discriminare gli obiettivi e colpire, talvolta considerando anche un certo numero di morti e feriti conseguenti (danni collaterali) anche qualora non siano direttamente coinvolti nel conflitto in qualità di combattenti come è il caso dei bambini. Attualmente tali armamenti (droni, killer robot ecc. ecc.) vengono adoperati in alcuni dei conflitti più sanguinosi in corso.
Noi preghiamo Dio affinché l’intelligenza di cui ha dotato gli esseri umani sia sempre posta al servizio della vita e mai della morte. Noi preghiamo affinché soprattutto gli scienziati, i ricercatori e i politici ricevano la luce necessaria per utilizzare le proprie conoscenze e il sapere ispirandosi all’amore con cui Dio avvolge ogni creatura.
Da Assisi, pertanto, vi invitiamo ad alimentare la speranza di pace unendo le voci delle anime dei fedeli di ogni religione il prossimo 27 giugno. La pace è il bene di cui l’umanità oggi ha particolarmente bisogno come avevano intuito i leader delle religioni riuniti in Assisi il 27 ottobre 1986 per rivolgersi all’unico Dio della pace.
Il Dio della vita voglia ascoltare la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 maggio 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
siamo consapevoli che sono tante le situazioni di non-pace nel mondo che richiedono l’attenzione della nostra preghiera. Ci sono aree nel mondo in cui la violenza diventa un attentato quotidiano alla vita di milioni di persone e a ogni essere vivente. Sono certo che ciascuno di noi e delle nostre comunità di riferimento non manca di accompagnare la speranza con la preghiera elevata a Dio.
Nel nostro appuntamento mensile del giorno 27 mi permetto di suggerirvi di pregare per l’India che si avvia a concludere il lungo processo elettorale iniziato il 19 aprile scorso e che segnerà il futuro di quella nazione. Vogliamo ricordarci delle popolazioni dell’India davanti a Dio perché si tratta della nazione più popolosa del mondo con 1 miliardo 428 milioni di abitanti e, di questi, ben 970 milioni sono i cittadini aventi diritto al voto, ma anche perché è tra le nove nazioni che possiede testate nucleari ed è considerata una potenza economicamente in crescita.
Preghiamo, quindi perché il futuro di questa grande nazione promuova la dignità di tutti i suoi abitanti, favorisca il dialogo sociale, politico e religioso, allontani ogni tipo di violenza e operi a livello internazionale per la pace.
Con i popoli che vivono in India vogliamo levare a Dio la voce della nostra preghiera perché sempre si ravvivi in quella terra il fervore mistico che l’ha caratterizzata nel corso dei secoli.
Il Dio della vita voglia ascoltare la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 aprile 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
in sintonia con tutto il mondo anche noi condividiamo la preoccupazione per l’aumento della violenza e dei conflitti armati. Nuovi focolai di guerra come nuvole minacciose si addensano all’orizzonte e fanno temere deflagrazioni ancora più vaste. Gli esperti del settore e gli istituti specializzati riferiscono che la produzione e il commercio di armi stanno conoscendo un incremento senza precedenti. Le cronache disegnano ogni giorno scenari di macerie e di morte. In nome del diritto alla difesa e della politica di deterrenza la ricerca scientifica viene orientata su larga scala all’utilizzazione dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie per produrre armi sempre più sofisticate e distruttive. Viene da chiedersi quanto tutto ciò, più che deterrenza, non sia piuttosto un incentivo ai conflitti.
Ci addolora poi che la produzione di armi sottragga ingenti risorse che dovrebbero essere impiegate per sconfiggere la miseria e la fame che affliggono tante regioni del mondo.
Vi invitiamo pertanto a impegnare la nostra preghiera del prossimo 27 aprile per chiedere al Dio della pace di aprire il cuore e la mente di tutti i responsabili della corsa agli armamenti perché sentano la gravità di questa politica e si aprano con fiducia alla conversione delle industrie belliche in industrie di pace. Il Signore allontani lo spettro di una guerra globale e renda vicino un futuro di fraterna cooperazione tra i popoli.
Il nostro appuntamento mensile nasce dall’ispirazione che il 27 ottobre 1986 portò ad Assisi i leader delle più diverse religioni a incontrarsi e a pregare per la pace. Ancor di più oggi crediamo che le donne e gli uomini d’ogni fede debbano congiungere la propria forza spirituale per mettersi al sevizio di progetti di pace per tutta l’umanità
Il Dio della vita voglia ascoltare la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 marzo 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
le informazioni che riceviamo da Haiti destano preoccupazione e sconforto perché raccontano della vita degli abitanti che vivono in ostaggio di bande criminali che controllano interi quartieri e città. Non potendo restare inerti spettatori vogliamo fare ricorso alla fonte più pura che tutte le religioni conoscono e che è la preghiera. Una preghiera al Dio della pace per implorare protezione e serenità per le popolazioni di quella terra. Una preghiera anche per gli autori delle violenze perché ascoltino la voce di Dio, depongano le armi, e scelgano di vivere in pace.
La nostra preghiera si fa anche calda richiesta alla comunità internazionale, alle istituzioni regionali e sovranazionali, perché studino il modo più adeguato di intervenire e offrire la loro collaborazione perché si ristabiliscano la pacifica convivenza e l’ordine democratico.
La popolazione di Haiti è tra quelle più provate dalla miseria tant’è che si calcola che siano 5,5 milioni coloro che hanno bisogno di assistenza. Come spesso succede sono i più indifesi, i bambini, a sopportare il peso più doloroso di questa condizione. Il 27 marzo pertanto congiungiamo le nostre preghiere perché venga scongiurata la deriva di una guerra civile, ovvero di una violenza ancora più diffusa e crudele. In quei giorni i cristiani celebrano la Settimana Santa, gli ebrei gli otto giorni di Pesach e i musulmani il Ramadan. Accogliamo tutti il dono della pace che Dio stesso elargisce con generosità a quanti gli aprono il cuore.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 febbraio 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
accanto ai sanguinosi conflitti armati di cui ci giungono quotidianamente i tragici aggiornamenti, ci sono tanti conflitti che vengono definiti di bassa intensità perché riguardano combattimenti, atti terroristici, rappresaglie con morti e feriti, traumi, rapimenti, violenze d’ogni genere, migrazioni forzate, minacce… Molti di queste situazioni si consumano quotidianamente in Asia (Myanmar, Afghanistan, Kashmir, Yemen…), sotto forma di crisi interne in America Latina (Messico, Haiti, Ecuador…) e Africa (Congo, Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Camerun…) e non ricevono la giusta attenzione da parte del mondo dell’informazione. Tra questi chiediamo di accompagnare con la preghiera la crisi in Mozambico e precisamente nella regione di Cabo Delgado, che conta morti e violenze a opera di gruppi cosiddetti jihadisti che hanno come obiettivi soprattutto organi governativi, basi militari, luoghi di culto e popolazioni inermi.
Il prossimo 27 febbraio chiedo che, come ogni mese, ciascuno si raccolga in preghiera con la comunità di appartenenza e inviti anche altri a unirsi spiritualmente per chiedere la pace per il Mozambico. “Non dimentichiamo: la guerra è una sconfitta, sempre - ha ripetuto Papa Francesco recentemente - . Ovunque si combatte le popolazioni sono sfinite, sono stanche della guerra, che come sempre è inutile e inconcludente, e porterà solo morte, solo distruzione, e non porterà mai la soluzione dei problemi. Preghiamo invece senza stancarci, perché la preghiera è efficace, e chiediamo al Signore il dono di menti e di cuori che si dedichino concretamente alla pace”.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 gennaio 2024
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
nel cammino che andiamo compiendo sulla scia dei rappresentanti delle religioni che nel 1986 si diedero in Assisi un appuntamento di preghiera per la pace, questo mese vogliamo presentare all’unico Dio la situazione dell’Ecuador. In quel Paese è in corso un vero e proprio conflitto con l’immancabile carico di dolore, morte, sofferenze e riduzione di diritti e libertà. Non si tratta del conflitto armato che vede contrapposti due o più nazioni come spesso è avvenuto e avviene, ma piuttosto di una crisi interna allo Stato in cui alcuni gruppi criminali condizionano la vita delle popolazioni imponendo il proprio codice di delinquenza con gli strumenti del terrore, della corruzione e del disprezzo per la vita umana, al fine di consolidare i propri interessi economici e di potere. Purtroppo questa stessa condizione si registra anche in altre nazioni e non sempre i legittimi governi hanno a disposizione strumenti idonei per intervenire efficacemente. Il Presidente dell’Ecuador ha varato misure eccezionali che speriamo producano i risultati auspicati. A noi tocca ribadire, con tutta la forza morale dell’autentico senso religioso, che le attività criminali di quelle organizzazioni vanno contro la volontà di Dio che vuole la pace e il bene di tutti i suoi figli. Per questo il prossimo 27 gennaio uniremo la nostra voce, ciascuno con la propria comunità di appartenenza o nelle case, nei luoghi di preghiera e seguendo la propria tradizione di fede, a favore delle popolazioni dell’Ecuador. Possa ogni persona ritrovare la pace che l’Onnipotente semina a piene mani e che germoglia nella misura in cui apriamo il cuore al suo dono. Voglia Dio ascoltare la preghiera degli umili, converta il cuore dei violenti e protegga gli innocenti. Che l’ultima parola sia la pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 dicembre 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
anche in questo crepuscolo dell’anno che volge al termine non si estingue la scia di sangue, di dolore e di morte causati dalle guerre che si combattono in tante parti del mondo e soprattutto in Medio Oriente. Alla violenza efferata ed esecrabile dell’attacco terroristico del 7 ottobre si sta rispondendo con una guerra che coinvolge più di due milioni di civili. Il nostro pensiero va agli ostaggi che senza colpa alcuna si trovano a vivere questa tragedia, ai loro familiari e a quanti ne condividono le ansie e il dolore. Il nostro pensiero va a tutte le altre vittime delle armi a Gaza, e soprattutto ai bambini. Si calcola che siano più di 8.000 i bambini rimasti uccisi nel corso dei bombardamenti ed è incalcolabile il numero degli orfani. Per questo supplichiamo tutti coloro che ne hanno il potere, di permettere il ritorno a casa delle persone sequestrate e tenute prigioniere e di porre fine ai bombardamenti e a ogni tipo di violenza. Una tregua concordata o almeno un cessate il fuoco è il minimo che tutto il mondo si aspetta e dimostrerebbe che vi è una sincera ricerca della pace che escluda ogni ricorso tanto alla guerra del terrore quanto al terrore della guerra. Ci uniamo anche nel chiedere a Dio che muova i cuori a una grande solidarietà, per affrontare la catastrofe umanitaria che richiede soccorsi urgenti di ogni tipo.
Il Dio della pace al quale ci rivolgiamo in diverse lingue e con diversi nomi e che ha a cuore la sorte di ogni suo figlio e figlia, possa ascoltare il grido e il pianto delle vittime e la supplica che salirà a lui il prossimo 27 dicembre dai diversi luoghi di preghiera, da tante case e da tanti cuori possa sostenere la speranza della pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 novembre 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
nel corso dell’anno che va a concludersi si sono combattuti molti conflitti armati in diverse aree del mondo. Alcuni di questi sono tutt’ora in corso. Le vittime registrate nei conflitti sono per la maggior parte cittadini comuni, ovvero innocenti, che pur non avendo scelto la guerra la subiscono fino alle conseguenze più estreme. Tra queste persone, vi invito a pregare particolarmente per i bambini che, in vario modo, restano vittime della violenza del terrorismo, della criminalità organizzata, della guerra, della violazione dei diritti umani. Accanto al numero rilevante dei bambini che vengono uccisi, ci sono quelli che restano feriti o segnati da traumi incancellabili per tutta la vita. La crisi che si è aperta tra Israele e Palestina non è che il riflesso più abnorme di ciò che quotidianamente avviene anche nei conflitti che si consumano lontano dalle luci dell’informazione e che vengono definiti “dimenticati”. Spesso ci siamo rivolti all’unico Dio perché ascoltasse il grido dei sofferenti, degli umiliati e calpestati dalla violenza, oggi ci rendiamo conto che troppo spesso quel grido è piuttosto un vagito o l’urlo soffocato di un bambino. Di fronte all’orrore della morte di un bambino non ci è lecito fare alcuna distinzione e per questo, concordiamo con la considerazione di Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento in cui ha trascorso parte della sua stessa adolescenza: “Bisogna piangere per i bambini di ogni nazionalità, di ogni colore e di ogni credo”. Possa Dio accogliere quel pianto che si fa preghiera e a loro si unisca la nostra nell’appuntamento del 27 d’ogni mese, eco dell’incontro delle fedi per la pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 ottobre 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
il nostro incontro mensile di preghiera per la pace, tra i tanti scenari di guerra, non può questo mese non mettere a fuoco la violenza che si è abbattuta sulla Terra Santa e che assume sempre più le proporzioni di una vera e propria strage. Vogliamo innanzitutto farci vicini alle vittime e ai loro cari con il calore di un abbraccio che va a tutti, ai fratelli e sorelle di Israele e ai fratelli e sorelle della Palestina, con tutta la concreta solidarietà di cui hanno urgente bisogno. Essi ci sono tutti cari. Ci mettiamo nei panni degli uni e degli altri con le loro sofferenze, le loro ragioni, le loro preoccupazioni, i loro drammi.
In realtà, quanto è avvenuto e sta avvenendo ci toglie le parole. Non ci resta che il vocabolario della preghiera che si rivolge verso il cielo, e proprio contando sulla misericordia di Dio non perdiamo la speranza che la sordità e l’indifferenza degli uomini possano essere vinte. Nel Documento sottoscritto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb nel 2019 ad Abu Dhabi si legge: “(…) Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera”. Com’è triste che quell’insegnamento venga tradito proprio nella terra che ha generato i figli di Abramo. Il 27 ottobre, 37° anniversario dello storico incontro di tanti leader religiosi in Assisi, invito tutte e tutti, in sintonia con l’analoga iniziativa di Papa Francesco, a unirci spiritualmente per chiedere che il grido di dolore delle tante vittime di quel conflitto sanguinoso giunga alle orecchie di Dio e con il suo aiuto si ponga fine ad ogni tipo di violenza in maniera definitiva e duratura perché i due popoli, israeliano e palestinese, possano vivere nella pace e nel rispetto reciproco.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 settembre 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
il nostro appuntamento mensile nel solco dello “spirito di Assisi” non può trascurare la dimensione della pace che fa riferimento all’ambiente, al dovere di custodirlo e alla necessità di renderci solidali, anche con la preghiera, a quanti soffrono a causa di cataclismi legati alle naturali dinamiche del cosmo. L’immane disastro che ha sconvolto la città di Derna nella Cirenaica (Libia) e di altri paesi e villaggi nei dintorni ci tocca profondamente. Il numero non ancora accertato con precisione di vittime e dispersi, la folla sterminata di chi ha perso ogni cosa e il rischio di gravissime epidemie, riescono solo lontanamente a farci comprendere le dimensioni della tragedia.
Di fronte a tutto questo ci sentiamo totalmente impotenti se non fosse che confidiamo in un unico Dio ricco di misericordia che interviene a consolare e a sanare le ferite ispirando pensieri e gesti di concreta solidarietà. Nello stesso tempo dobbiamo raccogliere una lezione di vita per le scelte che siamo chiamati a compiere in rapporto all’ambiente di cui siamo custodi e non padroni. La natura richiede di essere rispettata e non sfruttata per gli interessi di alcuni.
I cambiamenti climatici che generano anche eventi metereologici disastrosi così tanto frequenti impongono a tutti gli esseri umani una nuova coscienza della cura dell’ambiente, una coscienza che per noi credenti è anche profondamente connessa con la nostra esperienza religiosa di fronte al mistero che avvolge l’universo. Abbiamo bisogno di riconciliarci col creato al quale talvolta sembra che abbiamo dichiarato guerra. Vi invito pertanto, nella nostra preghiera del 27 settembre, secondo le nostre diverse tradizioni, a pregare in modo speciale per i fratelli e le sorelle della Libia, rivolgendoci al Dio della vita affinché preservi ogni forma di vita e converta i nostri cuori a custodire quella che, nel suo Cantico di frate Sole, Francesco d’Assisi chiamò “sorella nostra Madre terra”.
Al di là dei nostri meriti Dio ascolti la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 agosto 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
la crisi in corso in Niger sta sullo sfondo di annosi problemi di quella regione e di quelle popolazioni, nelle quali, come in altre zone dell’Africa e del mondo, il passato coloniale ha lasciato strascichi di sofferenza, di ingiustizie e di problemi, che ancora pesano, impedendo che le grandi ricchezze naturali di quei luoghi siano sfruttate al meglio dalle e per le popolazioni locali, mentre interessi neo-coloniali aperti o striscianti sono ancora attivi. La nostra preghiera del 27 agosto sia una implorazione al Dio della pace, perché le sfide che il Niger deve affrontare, nel nome della giustizia, della democrazia e di un’equa distribuzione dei beni siano affrontate con gli strumenti di un confronto pacifico, evitando forme violente che, come sempre, rischiano di provocare sangue e ulteriori sofferenze, innescando processi difficilmente controllabili. In realtà, la crisi del Niger comporta rischi molto gravi per le sorti della stessa popolazione, per l’Africa e per il mondo intero, e chiama tutti a un sussulto di responsabilità, per riconoscere errori del passato e mettere al centro dell’attenzione soprattutto le ragioni dei più poveri. Nel solco dell’anelito di pace che nel 1986 indusse san Giovanni Paolo II a convocare la grande preghiera delle religioni per la pace, eleviamo la nostra preghiera perché la comunità internazionale cerchi ogni via per una pacifica soluzione, induca le nazioni in gioco a interrogarsi per riconoscere eventuali errori compiuti e operare al meglio per favorire la libertà, la giustizia e il benessere delle popolazioni. Preghiamo perché le parti contrapposte trovino ragioni di riconciliazione e di comune impegno per il popolo nigeriano, aprendosi ad accogliere il seme della pace che Dio stesso pone nel cuore di ciascuno.
Al di là dei nostri meriti Dio ascolti la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 luglio 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse, in questo mese di Luglio, ricorre il settantesimo anniversario dell’armistizio siglato per la fine della guerra di Corea. L’accordo che pose fine al conflitto armato fu firmato nel villaggio di Panmunjom proprio il 27 luglio 1953. Purtroppo quel conflitto lasciò una ferita grande come un confine, il 38° parallelo, che ancora oggi divide due Coree, due modelli economici, politici e sociali. Si tratta di una fraternità infranta o incompiuta che, non meno di quanto accade in altre situazioni di tensioni e di guerre, si sporge minacciosa anche contro il resto del mondo, facendo temere gli esiti disastrosi di escalation militari fino all’uso di armi nucleari. Per questo, nel nostro consueto appuntamento mensile di preghiera vogliamo farci eco della stessa comunità cattolica coreana: “Il conflitto tra il Nord e il Sud non è nuovo perché la guerra non si è mai conclusa realmente, ma in questi giorni ci troviamo di nuovo di fronte a una grave crisi. A prevalere è la tesi secondo cui la ‘pace’ può essere preservata solo con la forza. I test missilistici della Corea del Nord continuano e le esercitazioni militari tra Corea del Sud e Stati Uniti in risposta sono state imponenti. Il dialogo per trovare una soluzione pacifica è cessato da tempo e continua il circolo vizioso delle dimostrazioni armate. Inoltre, le comunicazioni tra il Nord e il Sud sono state interrotte e l’eventualità che un incidente si trasformi in un conflitto armato accidentale è fonte di grande preoccupazione”. Chiediamo pertanto a ciascuna e ciascuno di presentare a Dio il prossimo 27 Luglio, la preoccupazione per questa situazione, affinché la preghiera sciolga il nodo dell’inimicizia e conduca al dialogo e alla pace.
Al di là dei nostri meriti Dio ascolti la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 giugno 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
come di consueto, in ricordo di quello storico 27 ottobre 1986 in cui i rappresentanti delle religioni si diedero appuntamento in Assisi per pregare per la pace, chiediamo di unirvi alla preghiera del prossimo 27 giugno per concentrare la nostra forza spirituale su un’area del mondo che soffre per la violenza e per la guerra. In questo mese vi invito a pregare perché torni la pace in Sudan. È una nazione africana tra le più estese geograficamente e ai primi posti per numero di abitanti. La guerra civile è scoppiata il 15 aprile scorso tra due diverse fazioni che si avvantaggiano della presenza di mercenari, dell’assistenza militare e di armi provenienti dall’estero. Secondo alcune agenzie internazionali, alla fine di maggio il conflitto aveva provocato più di 1.800 morti. A questo si aggiunga che un milione e mezzo di sudanesi hanno dovuto abbandonare le proprie case e che più della metà della popolazione ha bisogno di aiuti e protezione. Mentre chiediamo alle Nazioni Unite di adoperarsi in ogni modo per far rispettare il cessate-il-fuoco che viene costantemente violato e di sostenere la via del dialogo, ci rivolgiamo a Dio che ha a cuore ogni singola vita delle migliaia di persone colpite dall’insensatezza della guerra. La preghiera è la via dei poveri per stare fraternamente accanto a chi soffre e pertanto chiediamo che, ciascuno con la propria comunità di appartenenza e secondo le modalità proprie di ogni tradizione religiosa, il 27 giugno si ricordi davanti a Dio della popolazione del Sudan chiedendo che i cuori si aprano ad accogliere il dono della pace.
Al di là dei nostri meriti Dio ascolti la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 maggio 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
anche in questo mese di maggio la nostra preghiera si rivolge al Dio della pace e della vita perché doni con sovrabbondanza ogni bene a tutte le creature che abitano la terra. Perché questo possa realizzarsi, gli esseri umani devono aprirsi ad accogliere con gratitudine i doni di Dio, ed il primo di essi è il dono della vita. Ci spiace pertanto aver appreso che nell’anno 2022 il numero delle esecuzioni capitali nel mondo si è rivelato il più alto degli ultimi cinque anni. A causare questo drammatico balzo in avanti che porta a 883 il numero delle vite soppresse in 23 paesi, è stato l’incremento registrato in Medio oriente e Nordafrica, senza contare che la Cina non fornisce i dati delle esecuzioni avvenute nel proprio paese.
Nel cammino di preghiera per la pace che tutti ci siamo impegnati a seguire a partire dal quel 27 ottobre 1986 in cui tanti esponenti di fedi diverse si incontrarono ad Assisi per impetrare la pace, chiediamo che il prossimo 27 maggio si levi la preghiera perché nessuno al mondo si senta padrone della vita altrui al punto da poterla sottrarre, in qualunque stadio dell’esistenza, dai suoi albori nel grembo materno fino al naturale tramonto. Gli ordinamenti giuridici siano strumenti di vita e non di morte, e cerchino, per quanti meritano pene gravi, delle alternative efficaci che siano vie di redenzione e non di soppressione. La vita è dono di Dio.
Al di là dei nostri meriti Dio ascolti la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 aprile 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
il 24 aprile 2013 in Bangladesh avvenne il più grave disastro industriale della sua storia. Il Rana Plaza che ospitava laboratori tessili in cui si producevano capi d’abbigliamento per molti marchi occidentali, crollò uccidendo 1.138 persone, per la maggior parte donne, e 2.500 rimasero feriti. L’edificio situato alla periferia di Dhaka era di otto piani e non rispettava le misure di sicurezza previste dalle norme. A ricordarcelo ci sono le donne che si salvarono dal crollo e che dieci anni dopo hanno manifestato per richiedere risarcimenti, cure sanitarie, salari dignitosi e un giusto processo per i responsabili. Il Dio della vita ha comandato che il lavoro fosse al servizio della vita e mai il contrario. Tutti i credenti nell’unico Dio pregano e operano perché ogni uomo e ogni donna vengano rispettati nella propria dignità e nei propri diritti e che non vi sia sopraffazione e sfruttamento dell’essere umano sul suo simile. Lo hanno ribadito Papa Francesco e il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb nel Documento di Abu Dhabi (2019): “Si devono interrompere tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che umiliano la dignità della donna e lavorare per modificare le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti”. Chiedo pertanto che il prossimo 27 aprile, in prossimità del 1 maggio, festa del lavoro e, per noi cristiani, di San Giuseppe Lavoratore, ci ritroviamo spiritualmente uniti nella preghiera incessante affinché a ogni persona sia riservato pieno rispetto soprattutto nello svolgimento del proprio lavoro.
Al di là dei nostri meriti Dio ascolti la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 marzo 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la preghiera che vogliamo deporre nelle mani di Dio in questo mese è per la popolazione del Malawi che sta soffrendo in modo drammatico le conseguenze del ciclone tropicale Freddy. Nessuno è stato finora in grado di riferire con esattezza il numero dei morti, dei feriti e degli sfollati. Le agenzie internazionali riferiscono di almeno 500 morti cui bisogna aggiungere anche quelli dei vicini Mozambico e Madagascar. È utile ricordare che il Malawi è tra i paesi più poveri del mondo e che è già prostrato da una violenta epidemia di colera. In seguito al ciclone moltissime famiglie sono rimaste senza casa e senza alcun mezzo di sussistenza e, tra questi, moltissimi bambini che ora soffrono denutrizione e malnutrizione. A sentire gli esperti, i fenomeni atmosferici estremi sono diventati molto più frequenti a causa dei cambiamenti climatici che causano siccità, surriscaldamento del pianeta, tempeste e cicloni tropicali. Sono tutte ragioni che ci inducono a pregare per ottenere aiuto e conforto a quanti vivono questa tragedia e perché tutti coloro che hanno la possibilità di alleviare la loro pena possano avviare politiche efficaci per arginare i cambiamenti del clima.
La pace non è solo assenza di guerra ma opera di giustizia, solidarietà con i più poveri, fraternità e cura e per questo pensiamo che lo spirito di Assisi inaugurato nel 1986 dallo storico incontro di fedi e di preghiera debba essere riproposto a favore della vita di ogni angolo del mondo.
Al di là dei nostri meriti Dio ascolti la nostra preghiera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 febbraio 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
nell’appuntamento di preghiera per il 27 di questo mese di febbraio vi propongo di fare memoria del triste anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina. Lungo tutto l’anno le parole dell’informazione sembrano essersi consumate, quelle della diplomazia sono afone e continua a prevalere il rumore assordante delle armi che producono distruzione, morte e sofferenze indicibili. Per questo vogliamo dare voce alla preghiera e riporre in Dio ogni nostra speranza. Affidiamo alla preghiera il pianto degli abitanti delle città ucraine quotidianamente minacciate, il silenzio delle vittime e il grido di pace che si leva da ogni angolo della terra. Si fermi la violenza ovunque nel mondo, soprattutto in quelle aree che sembrano dimenticate e di cui non riceviamo che informazioni molto scarne.
Anche le vittime e i superstiti dell’immane tragedia causata dal terremoto in Turchia e Siria siano presenti nella nostra preghiera.
Nello stesso tempo ricordiamo le popolazioni irachene che nei prossimi giorni vivranno il secondo anniversario della visita di Papa Francesco. In quei giorni abbiamo potuto registrare il coraggio e la profezia del dialogo e dell’incontro che generano concordia e riconciliazione. Quell’incontro di leader di religioni differenti può costituire un modello di costruzione della pace anche in altri contesti. È un seme di speranza che vogliamo deporre nella terra buona della preghiera. Voglia il Signore ascoltare la nostra supplica mentre cerchiamo di fare spazio alla sua volontà nella nostra vita.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 gennaio 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la cronaca recente ci ha fatto registrare con sofferenza alcuni drammatici attentati contro luoghi di culto nell’ora della preghiera o contro persone al servizio delle stesse comunità di fede. Allo stesso modo in alcuni paesi si verificano atti di governo e di tribunali in cui si arriva ad infliggere la morte in nome di Dio.
In questo nostro appuntamento di preghiera del 27 d’ogni mese, eco di quella mirabile intuizione di san Giovanni Paolo II di raccogliere in Assisi tanti rappresentanti di diverse religioni a pregare per la pace, vorremmo rivolgere all’unico Dio della vita la nostra supplica affinché i fedeli di ogni credo possano aprirsi al dono della pace che non si concilia con nessun atto di violenza. Il comandamento di Dio è perentorio: non uccidere. Uccidere per motivi di fede è in contraddizione con la fede e offende Dio stesso. Questo principio è ormai fermo nella coscienza degli autentici credenti di ogni religione e dovrebbe chiudere per sempre la triste pagina delle guerre di religione del passato. Non è più tollerabile che ancora scorra sangue per motivi di fede.
Giustamente la Dichiarazione universale dei diritti umani ha sancito anche il diritto di professare liberamente la propria religione.
Vi invito pertanto a far nostra la sofferenza di quanti sono perseguitati per motivi presuntamente religiosi, pensando sia agli appartenenti alla propria fede che agli altri. Sono attualmente in questa condizione molte comunità ebraiche nel mondo, i cristiani di diverse aree dell’Africa e dell’Asia, alcune minoranze musulmane come gli Ahmadi in Pakistan, gli Yazidi in Iraq e nella regione cinese dello Xinjiang, i Baha’i in Iran, solo per fare alcuni esempi.
Dio converta il cuore di coloro che provocano tanto dolore, protegga le vittime, consoli le comunità e le famiglie tanto provate.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 dicembre 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
Mentre da cristiani viviamo la bellezza del mistero del Bimbo di Betlemme, il nostro cuore si allarga, in sintonia con i fratelli di tante religioni, alle sofferenze del mondo. Accanto alla sofferenza dell’Ucraina, ce ne sono altre, come la seguente, meno sottolineate dagli organi di comunicazione. il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) ha fatto sapere che più̀ di undicimila bambini sono stati uccisi o mutilati nella guerra civile yemenita, che da quasi otto anni si è intensificata. Secondo altre fonti, il bilancio però potrebbe essere ancora più̀ alto. Dal 2015, quando una coalizione guidata dall’Arabia Saudita intervenne contro i ribelli sciiti huthi, che l’anno prima avevano conquistato la capitale Sanaa, sono morte centinaia di migliaia di persone nei combattimenti o per conseguenze indirette della guerra, come la fame e le epidemie. Si calcola che quasi 2,2 milioni di bambini yemeniti oggi sono gravemente malnutriti, un quarto di loro ha meno di cinque anni e la maggior parte di loro sono a rischio di colera, morbillo e altre malattie prevenibili col vaccino. Si tratta della peggiore crisi umanitaria del mondo. L’appuntamento della nostra preghiera mensile è per loro e, lungi dal voler rappresentare un alibi all’azione di solidarietà che dobbiamo mettere in atto, deve piuttosto alimentare e sostenere l’azione di pacificazione e di aiuto di cui, soprattutto i bambini dello Yemen, hanno urgente bisogno. Pertanto uniamoci alla loro sofferenza e il 27 dicembre dalle chiese, dalle moschee, dalle case e da ogni altro luogo di preghiera, si alzi forte l’impetrazione all’unico Dio affinché ispiri pensieri di pace e sostenga il soccorso immediato a chi ha fame, è ammalato o gravemente a rischio della propria vita.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 novembre 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
quotidianamente riceviamo informazioni che destano non poche preoccupazioni dalle città iraniane in cui ribolle una protesta diffusa contro il governo a causa della negazione delle libertà e dei diritti delle donne.
Non è questa la sede per entrare nel merito delle rivendicazioni, della situazione e delle responsabilità. Coerenti tuttavia con lo spirito di Assisi, che ci pone nel solco del messaggio di pace del Vangelo incarnato in modo esemplare da Francesco, non possiamo non registrare amaramente la violenza che attraversa le strade e le piazze con il carico di vittime e feriti, di paura e sofferenze.
Per questo nell’appuntamento mensile di preghiera del prossimo 27 novembre, desideriamo unirci spiritualmente a tutti i fratelli e sorelle di tante fedi diverse, per rivolgere all’unico Dio la preghiera affinché, sul tema del rispetto dei diritti e della libertà delle donne, si faccia un grande passo in avanti attraverso il dialogo, lontano da ogni violenza e nel reciproco riconoscimento.
A partire da questa situazione particolare chiediamo che la dignità delle donne, pur nel rispetto delle tradizioni di fede, sia riconosciuta, preservata e garantita in ciascuna religione, come un aspetto importante del disegno di Dio sull’umanità, espresso anche dalla Dichiarazione universale dei diritti della persona umana. Il Dio della pace voglia accogliere la nostra supplica e operare affinché ogni cuore si apra al suo dono e alla comprensione che conduce alla riconciliazione.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 ottobre 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
il prossimo 27 ottobre ricorre il 36mo anniversario di quello storico incontro tra tanti leader delle fedi che si diedero appuntamento ad Assisi per rivolgere all’unico Dio l’invocazione per la pace. Da quel giorno il mondo intero ha ritrovato il respiro di una nuova speranza per cui le religioni sottraggano ogni giustificazione alla violenza, non benedicano le guerre, non sostengano il terrorismo e piuttosto lavorino insieme nella costruzione della pace autentica. Da quel giorno tanti appuntamenti si sono rinnovati e anche noi non manchiamo di riproporre mensilmente la nostra preghiera in tante lingue e in tante forme diverse perché a ogni essere umano e a ogni creatura sia garantita la pace che Dio ci dona.
Purtroppo però, contro ogni previsione, si è riaffacciata recentemente la minaccia dell’uso delle armi nucleari che hanno il potere di portare distruzione e morte in aree molto vaste facendo perdurare le loro nefaste conseguenze per un tempo molto più lungo.
In questo mese di ottobre in cui facciamo viva memoria di quello storico evento, chiediamo che ogni comunità di fede il giorno 27 elevi a Dio la preghiera accorata affinché si allontani dall’umanità il pericolo dell’uso dell’arma atomica. Chiediamo inoltre che ogni governo scelga di aderire al Trattato dell’Onu per l’eliminazione completa delle armi nucleari. Voglia il Dio della vita e della pace ascoltare la nostra preghiera,
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 settembre 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
sono ancora vive dentro di noi le immagini, l’armonia e le riflessioni del VII Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali che si è svolto nei giorni scorsi a Nur-Sultan in Kazakhstan. Si è trattato di ben 108 delegazioni provenienti da 50 paesi, tra cui leader spirituali delle religioni mondiali e tradizionali come Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Buddismo, Induismo, Taoismo, Zoroastrismo, Shintoismo, nonché personaggi politici, rappresentanti di organizzazioni internazionali ed esperti.
Come non riconoscere in quell’evento un’orma indelebile di quanto avvenuto in Assisi il 27 ottobre del 1986 e di cui con grande umiltà vogliamo essere un’eco nel mondo? Al centro dei lavori vi è stato il tema della pace declinato in tutte le sue espressioni. La dichiarazione finale esordisce mettendo in evidenza il desiderio comune per “un mondo giusto, pacifico, sicuro e prospero” e impegna tutte le religioni rappresentate nel Congresso a compiere ogni sforzo in tal senso. Si legge ancora: “Crediamo che l’estremismo, il radicalismo, il terrorismo e tutte le altre forme di violenza e di guerra (...) non abbiano nulla a che fare con l’autentica religione e debbano essere respinti con la massima fermezza”.
Per questo il 27 settembre prossimo invitiamo tutti a rivolgersi all’unico Dio affinché sostenga questo impegno dei rappresentanti delle diverse fedi e faccia sì che tale volontà si radichi sempre di più in ogni comunità.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 agosto 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la pace non è minacciata soltanto dalle guerre e dalla violazione dei diritti umani ma anche dalla violenza operata ai danni del creato che genera i disastri dei cambiamenti climatici. La persistente e gravissima siccità in Somalia sta causando tanta miseria, un grandissimo numero di migranti climatici e un bilancio incredibile di morti. Gli aiuti internazionali che non sono comunque sufficienti a far fronte al disastro, vengono resi ancora più difficili a causa della situazione politica instabile e del controllo di alcune aree da parte di gruppi armati irregolari.
Il prossimo 27 di agosto, nella nostra preghiera mensile per la pace che vede unite persone di tante religioni nel solco dell'incontro di Assisi del 1986, vogliamo levare la voce dell'anima all'unico Dio per gli abitanti della Somalia e per tutte le donne e gli uomini che nel mondo subiscono in maniera tanto disastrosa le conseguenze dei cambiamenti del clima. C'è da considerare che i danni maggiori vengono causati proprio verso le popolazioni più povere dell'Africa subsahariana. Ci sentiamo tutti mendicanti di acqua e di giustizia, di pace e di rispetto della dignità per ogni abitante del pianeta.
Alla preghiera si unisce la richiesta che gli organismi sovranazionali preposti, tutte le agenzie umanitarie e ogni persona di buona volontà, non tralascino alcuna azione per soccorrere i nostri fratelli e le nostre sorelle della Somalia.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 luglio 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
l'assenza della pace non sempre è causata da una guerra come abbiamo imparato a conoscerla storicamente con lo scontro tra due eserciti regolari. Molto più frequentemente a generare violenza, morte, violazione dei diritti umani e a minacciare la pacifica convivenza sono i cartelli del crimine, organizzazioni criminali, gruppi mafiosi che seminano innanzitutto paura e tendono al completo controllo del territorio. A contrastare le loro attività delinquenziali ci sono gli organismi statali deputati a questo compito e tanti soggetti di società civile che cercano di favorire e promuovere una cultura e un'educazione rispettosa delle regole, fondata sulla giustizia e assolutamente contraria ad ogni uso della violenza.
Le comunità di fede svolgono un ruolo primario: ne è prova l'alto numero di assassini, di violenze, di minacce, di rapimenti ai danni di esponenti di quelle stesse comunità. Ultimamente tutto questo si è registrato soprattutto in Haiti, in Nigeria, nell'America centrale e in particolare in Messico dove la Conferenza episcopale cattolica a questo proposito ha sentito la necessità di indire una giornata di preghiera per la pace.
Alla luce di tutto questo propongo che il prossimo 27 luglio, come in ogni nostro appuntamento mensile nello "spirito di Assisi", preghiamo perché cessi la violenza delle organizzazioni criminali e ciascuno apra la propria vita all'accoglienza della pace che Dio dona e chiede.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 giugno 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
nel vortice della violenza che attraversa tutto il pianeta, non possiamo restare inerti. Ci sentiamo piuttosto chiamati a unire le energie spirituali di tutte le fedi. E lo sentiamo tanto più forte perché, ancora una volta, la violenza si è abbattuta su una comunità di fede. È accaduto in Nigeria all'inizio del mese (5 giugno) quando alcuni uomini hanno aperto il fuoco contro i fedeli della chiesa di San Francesco Saverio nella cittadina di Owo, nello stato di Ondo, mentre celebravano la festa di Pentecoste. Le agenzie locali non sono state in grado di riferire il numero preciso delle vittime (forse 50) e le indagini non hanno finora rivelato il profilo e il movente degli attentatori. A noi resta il compito di volgere sguardo, mente e anima a Dio con sentimenti comuni di pace.
Siamo convinti che il primo risultato efficace di tutto questo sia il riconoscere che Dio, invocato in modi e lingue tanto diverse, sceglie sempre di stare dalla parte della pace e guarda la realtà con gli occhi delle vittime. Chiediamogli il dono della consolazione per i familiari di coloro che sono stati uccisi. Chiediamogli anche di muovere alla conversione gli assassini e di fare in modo che non si accenda contro di loro alcuna sete di vendetta. Il 27 giugno, giorno di convergenza della nostra preghiera, scenda grazia in ogni angolo della terra e vi siano cuori capaci di accogliere il dono della pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 maggio 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
non mancano di certo le preoccupazioni per le troppe situazioni drammatiche che marchiano a fuoco tante comunità, popoli e intere nazioni. Alla crisi ucraina che abbiamo imparato a conoscere bene e di cui non si intravede la fine, uniamo la trepidazione per le situazioni di violenza che si consumano in Africa, in Asia e nelle Americhe. In particolare vogliamo trasformare in preghiera l'invito che Papa Francesco ha rivolto al mondo intero lo scorso 11 maggio: "Rivolgo un pensiero speciale al popolo dello Sri Lanka, in particolare ai giovani che negli ultimi tempi hanno fatto sentire il loro grido di fronte alle sfide e ai problemi sociali ed economici del Paese. Mi unisco a quelle autorità religiose nell’esortare tutte le parti in causa a mantenere un atteggiamento pacifico, senza cedere alla violenza. Faccio appello a tutti coloro che hanno responsabilità, perché ascoltino le aspirazioni della gente garantendo il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà civili". Che questo appello diventi preghiera nei nostri cuori e sulle nostre labbra e sappia dar voce anche alle vittime di tutti i conflitti armati e delle violenze. Voglia il Dio della pace porgere l'orecchio alla preghiera che vedrà donne e uomini di ogni tradizione religiosa e di ogni lingua tornare spiritualmente a unirsi il 27 maggio prossimo nello "spirito di Assisi".
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 aprile 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
quante parole abbiamo usato in questi ultimi tempi per richiamare all’impegno per la pace. Appelli, dichiarazioni, discorsi, interventi… Ebbene, proprio quando ci sembra di non avere più parole o di averle logorate, siamo chiamati a dare più spazio alla parola segreta e silenziosa della preghiera che si rivolge direttamente a Dio. In questo tempo prezioso per i cristiani d’Oriente e d’Occidente che celebrano la Pasqua, ma anche per le nostre sorelle e fratelli musulmani che vivono il Ramadan, vorremmo rivolgerci tutti insieme al Dio della pace affinché apra un varco nella durezza di cuore che è alla radice di sofferenze, distruzione e morti in Ucraina e in tante guerre dolorosamente nascoste nelle pieghe della cartina geografica del mondo. Nessun dono della pace da parte di Dio può avere effetto se non trova cuori disposti ad accoglierlo. Nessun seme germoglia e porta frutto se non riceve acqua. Gesù chiama lo Spirito di Dio “acqua viva”. Ne abbiamo più che mai bisogno. Per questo vorremmo che la nostra preghiera, che come ogni 27 del mese si eleva a Dio in ricordo di quello storico incontro delle religioni nel 1986 ad Assisi, si trasformasse in un fiume per irrigare il seme della pace che Dio ha posto nel terreno del mondo. Quanto più profonda e abbondante è la nostra preghiera, resa autentica dalla “conversione” del cuore, tanto più riusciremo a vincere l’aridità di chi si chiude al bene della pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 marzo 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
in questo tempo tragicamente inquieto e minaccioso per tanta parte della famiglia umana, siamo chiamati a intensificare la nostra preghiera. Ce lo chiede Dio, ce lo chiedono le vittime, ce lo chiede l’umanità intera. Non possiamo permettere che resti sepolta dalle macerie dei bombardamenti cui assistiamo in questi giorni in Ucraina la fraternità che sempre deve guidare i nostri pensieri e i nostri comportamenti. La preghiera va intensificata perché è attraverso l’intima unione con Dio che rinnoviamo quel vincolo di fratellanza profondo e autentico. “Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, - ci ha ricordato recentemente Papa Francesco - e chi appoggia la violenza ne profana il nome”. È lo spirito di Assisi, è il senso che abbiamo inteso dare all’iniziativa di questa preghiera mensile da rivolgere al cielo qualunque sia la nostra appartenenza religiosa. Aumentiamo, pertanto, i nostri momenti di preghiera per la pace e ritroviamoci ancora soprattutto il 27 prossimo a invocare la pace per i nostri fratelli e le nostre sorelle di Ucraina, Myanmar, Haiti, Etiopia, Congo e di ogni altro angolo del mondo in cui la guerra porta il suo carico di paura, dolore, distruzione e morte. Desideriamo far salire più forte a Dio il grido delle vittime, pregando ancora per la conversione del cuore dei violenti e per aprirci tutti al dono della pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 febbraio 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la crisi in Ucraina che continua ad essere presente nella nostra preghiera insieme a tutti i conflitti dimenticati che si consumano drammaticamente lontano dai nostri occhi, dimostra ancora una volta che la guerra viene ancora considerata uno scenario possibile per risolvere contese, incomprensioni e scontri di potere. Eppure all’indomani della seconda guerra mondiale ci si impegnò a “salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità”. Così si legge nel preambolo della Carta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Purtroppo da quella data si sono susseguiti tanti conflitti interni alle nazioni, guerre regionali e invasioni. Nel frattempo la guerra ha assunto nuovi tratti più sofisticati, diventando tecnologica, economica, informatica. Sembra che alle forme del male non ci sia mai fine. Ma noi abbiamo la speranza che il bene trionferà. Per questo nell’appuntamento mensile del prossimo 27 ci rivolgeremo a Dio per chiedere di convertire il cuore e le menti di coloro che continuano a preparare e alimentare la violenza dei conflitti in tutte le loro forme e nello stesso tempo che ispiri le autorità nazionali e sovranazionali ad adoperarsi efficacemente per favorire il dialogo e mantenere la pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 gennaio 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
sono molti i focolai di guerra che incendiano il mondo e feriscono l’umanità. Davanti a Dio vogliamo ricordare le popolazioni del Tigray, Haiti, Sudan, Congo, Burkina Faso, Nigeria, dove si sono registrati ultimamente sanguinosi attentati e stragi, come anche l’Ucraina per la quale continuiamo a pregare. Per il nostro consueto appuntamento mensile di preghiera che, appartenenti a tante fedi diverse, ci vede uniti nell’invocazione del dono della pace, chiedo di implorare l’aiuto di Dio per la popolazione del Kazakistan. Poco meno di 20 milioni di abitanti in una nazione che è al nono posto nel mondo per estensione territoriale, vivono la tensione dello scontro tra polizia ed esercito, da un lato, e tanti cittadini che protestano a causa dell’inasprimento del costo della vita, dall’altro. Uno scontro che ha già provocato centinaia di vittime. Pregheremo perché il Dio della pace incoraggi i timidi segnali di un pieno ritorno alla pace intesa come giustizia per tutti, garanzia dei diritti umani universali ed esclusione di ogni violenza. Come di consueto chiediamo che ciascuno si ritrovi con la propria comunità di appartenenza il 27 prossimo a chiedere che tutti facciano spazio alla pace autentica nella propria vita.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 dicembre 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la crisi alla frontiera tra Ucraina e Russia, insieme a tutti gli altri conflitti armati in corso in quest'ultimo scorcio del 2021, preoccupa perché reca un potenziale di violenza e distruzione. Ancora una volta lo scontro sembra essere dettato da disegni geopolitici e interessi economici del tutto estranei all'interesse della popolazione interessata. Vogliamo unire le voci dell'anima di ogni fede e chiedere a Dio di convertire alla pace ogni inclinazione alla violenza. Ci sono sempre altre strade per ricomporre le contese e devono essere esplorate per risparmiare sofferenze, lutti e distruzioni. In questa stessa direzione chiediamo di fermare la pericolosa crescita della spesa per l'acquisto di nuovi armamenti registrata persino durante i mesi più difficili della pandemia. Uniamo la voce della preghiera a quella di papa Francesco e di tante altre autorità religiose, civili e scientifiche, che chiedono una inversione di rotta di fronte a questa scelta economica e politica davvero ingiustificabile.
Quel denaro investito per aumentare le armi serva piuttosto a ridurre lo scandalo della povertà. I fondi risparmiati potrebbero costituire uno speciale fondo globale gestito dall'Onu per far fronte a pandemie, miseria e cambiamenti climatici. Il 27 dicembre, ciascuno nella forma che gli è più congeniale, ci ritroveremo spiritualmente uniti a pregare per la pace secondo queste intenzioni.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 novembre 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
le cronache ci rivelano che sono almeno 18 i Paesi nei quali, dal 2016 ad oggi, è stato documentato l’impiego dei minori in conflitti armati. Si tratta di bambini strappati alla propria infanzia, privati dei loro sogni, con l’orrore che si stampa negli occhi e nella mente, destinato a trovare un'eco di violenza nel corso della vita. Sottratti alle loro famiglie, vittime di veri e propri rapimenti, questi bambini subiscono un indottrinamento fanatico e fondamentalista e vengono avviati alla violenza attraverso apposite esercitazioni. Molto spesso sono vittime di torture. Il 40% degli arruolati sono bambine che spesso subiscono stupri.
Il 27 di questo mese, nel nostro consueto appuntamento con la supplica che, uniti, rivolgiamo a Dio, vi chiedo di pregare per la sorte e la vita dei bambini - soldato. Il Signore voglia custodirli, disarmando le menti di chi arriva a progettare e mettere in atto un crimine tanto odioso.
Nel Vangelo troviamo l’affermazione che “è dei piccoli il Regno di Dio”. La tenerezza di Dio ha eco nelle parole di Gesù: “lasciate che i bambini vengano a me”. In ogni altra autentica esperienza di fede possiamo raccogliere analoghi sentimenti. Chiediamo al Dio della pace di infondere in ciascun essere umano il rispetto e l’amore che dobbiamo a tutti, ma in modo speciale ai bambini.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 ottobre 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
questo nostro appuntamento mensile non vuole certo indicare a Dio i conflitti armati, le sofferenze e le situazioni di violenza di tante parti del mondo. Egli ben conosce le fatiche dei suoi figli. Si aspetta però la nostra responsabilità e la nostra solidarietà, a favore di quanti soffrono per conflitti dimenticati e “distrazioni” colpevoli causate spesso da interessi economici e geopolitici. Tra i poveri che papa Francesco è venuto ad abbracciare e a consegnare al nostro abbraccio il 12 novembre scorso ad Assisi, ci sono, idealmente, anche loro. Il nostro incontro di preghiera raccoglie le nostre voci fragili e le fa diventare una supplica ardente, fatta nella lingua e secondo la tradizione di ciascuno/a, rivolta all’unico Dio che ci ama e chiede amore.
Tra le crisi dimenticate vi è certamente quella del Belucistan, la provincia più povera e più grande del Pakistan, una terra popolata da uomini e donne di diverse fedi. Sin dal 1947 la popolazione chiede una forma di autonomia e attualmente è scenario di una protesta di tanti che chiedono verità e giustizia per i propri cari rapiti perché in opposizione al governo centrale. Protagoniste delle azioni pacifiche di dissenso sono alcune donne mentre continuano a imperversare azioni terroristiche, attività di guerriglia da parte di un esercito di liberazione e la repressione dell’esercito e della polizia nazionale.
Invitiamo tutti a pregare affinché vengano armonizzate le diversità che compongono il tessuto sociale e religioso degli abitanti del Belucistan, vengano riconosciuti e garantiti tutti i diritti umani e si instauri un dialogo in grado di generare la pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 settembre 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
agli inizi di settembre in Guinea Conakry si è compiuto un colpo si Stato che ha destituito il presidente, al suo terzo mandato, e ha installato il governo provvisorio della giunta militare. Il futuro di quella nazione africana è incerto. Dell’attuale situazione conosciamo molto poco per la mancanza di corrispondenti e inviati della stampa del resto del mondo. La lanterna della fede può farci tuttavia mettere a fuoco ciò che è più importante di ogni altra considerazione: la vita e la dignità delle persone. Nello spirito dell’universale fraternità che ci lega tra esseri umani, figli dell’unico Dio, al di là di tutti i confini, fedi e culture, quei fratelli e quelle sorelle ci appartengono.
La loro sorte ci sta a cuore. Per questo, il prossimo 27 settembre, facendoci eco dello storico incontro di preghiera per la pace dei rappresentanti di tante religioni svoltosi in Assisi nel 1986, chiediamo che, ciascuno secondo la propria tradizione religiosa, nell'intimità della propria famiglia o con la propria comunità di appartenenza, rivolga al Dio della pace la preghiera per la Guinea. Non prevalgano le ragioni economiche, non vi siano intromissioni interessate di potenze esterne, si abbia il coraggio di porre al centro esclusivamente il bene degli abitanti della Guinea e si allontani la minaccia della violenza. Che Dio voglia ascoltare la nostra preghiera e benedire col dono della pace il cammino e la vita di quella nazione.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 agosto 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
mentre uniamo ancora una volta la nostra preghiera al pianto e alla supplica che sale verso Dio dall'Afghanistan che in questi giorni vive momenti drammatici di incertezza e di violenza, impegnandoci ad aprire il cuore alla solidarietà e all’accoglienza, ascoltiamo da Haiti e da tante regioni del mondo il grido della Terra, la nostra casa comune, devastata dalla potenza distruttiva del fuoco e dell’acqua. Questi fenomeni ci interpellano anche perché, in gran parte, sono effetto del cambiamento climatico e della poca cura del territorio, dovuti a comportamenti individuali ma anche a condotte politiche ed economiche gravemente colpevoli.
Le immagini satellitari ci mostrano un pianeta irriconoscibile, in cui mani irresponsabili si macchiano di un vero e proprio “assassinio” ambientale, a svantaggio di singole popolazioni e del mondo intero. Alla distruzione della vegetazione si accompagna spesso anche la morte di animali e di persone innocenti.
Di fronte a tanta desolazione, risuona in noi con forza il Cantico di Francesco d’Assisi, potente invito a ricordarci che tutto ciò che esiste è in profonda relazione di fraternità. A noi la responsabilità di agire di conseguenza, a partire da ogni semplice gesto quotidiano di rispetto e amore, per spezzare la logica della violenza e dello sfruttamento e generare accoglienza e pace.
Preghiamo, il 27 di questo mese, perché si plachino, tra gli umani, i sentimenti di intolleranza, tanto più se impropriamente giustificati da motivi religiosi e rivolti a innocenti, donne, bambini. Insieme chiediamo al Dio misericordioso luce e grazia, perché quanti sono accecati dalla ricerca del vantaggio egoistico si aprano alla contemplazione delle meraviglie della vita e tutti, da veri fratelli e sorelle, impariamo a proteggere e custodire la bellezza di ogni creatura.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 luglio 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
Nel nostro appuntamento mensile di preghiera per la pace, vogliamo unire la nostra voce e la nostra preghiera a quella dei tanti fratelli e sorelle che da Haiti esprimono sofferenza e preoccupazione per le sorti delle proprie famiglie e del loro stesso Paese. Il sangue del presidente Jovenel Moïse, brutalmente ucciso in circostanze che fanno sospettare un complotto internazionale, grida a Dio, come grida l’indigenza di una popolazione che da tanti anni occupa gli ultimi posti della classifica dei Paesi più poveri. Per l’intero popolo di Haiti uniamo la nostra invocazione. Ci stringiamo in particolare intorno ai bambini e alle bambine di Haiti che hanno diritto a scrutare una speranza nel proprio orizzonte di vita. Ad essi si deve assicurare il cibo sufficiente e un'istruzione adeguata. Chiediamo a Dio di proteggere i missionari e tutte le donne e gli uomini che sono in quei luoghi per accompagnarne lo sviluppo integrale e di convertire coloro che aderiscono alle bande armate che anche ultimamente si sono macchiate di rapimenti e di altri orribili delitti. Preghiamo perché la comunità internazionale metta in atto tutte le misure necessarie a garantire agli abitanti di Haiti i più elementari diritti umani. Preghiamo, ancora, perché tutti possano accogliere il dono della pace che Dio non fa mancare mai a chi gli apre il cuore.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 giugno 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
L'itinerario che ci porta mensilmente a visitare i luoghi di conflitto e di violenza, ci conduce in Colombia. La firma degli accordi di pace avvenuta ormai cinque anni fa, ha posto fine al più lungo e sanguinoso conflitto interno dell'America Latina ma, purtroppo, non ha prodotto i successi sperati e si sono continuate a registrare varie violazioni degli accordi, così come dei diritti umani. Dal 28 aprile scorso si sono susseguite manifestazioni di protesta in tutte le città del Paese e, a fronte di una grande partecipazione popolare, le forze dell'ordine si sono rese protagoniste di pesanti violazioni. Le agenzie indipendenti internazionali dei diritti umani hanno documentato uccisioni e ferimenti, sparizioni forzate e stupri, uso della tortura e arresti arbitrari. La richiesta dei dimostranti è di una maggiore equità fiscale soprattutto alla luce dei danni causati dalla crisi pandemica.
Mentre le proteste e le violenze proseguono, chiediamo che da Assisi e da tutti i cuori che amano la pace, si elevi a Dio la preghiera perché si torni a dare spazio al dialogo e alla comprensione reciproca. Che i credenti di ogni fede, sull'esempio di quanto avvenne in questa città il 27 ottobre 1986, contribuiscano a irrigare la speranza della riconciliazione con la preghiera e, il prossimo 27 giugno, nella forma che ritengono più in sintonia con la propria tradizione, si rivolgano all'unico Dio per chiedere la pace in Colombia.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 maggio 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
ancora una volta siamo costretti a registrare l’uso della forza e della violenza in Terra Santa e ad esprimere la nostra ferma contrarietà. Si tratta di un conflitto che si trascina ormai da troppi anni lasciandosi dietro un carico di vittime e di sofferenze indicibili. Ancora di più: accumula odio, rancore, sete di vendetta e ogni altro cattivo sentimento che rischia di accendere nuovi conflitti nel corso del tempo. Anche se non mancano esempi di convivenza pacifica, di collaborazione e comprensione, purtroppo sembra prevalere ancora una volta l’opzione delle armi, che semina terrore e fa strage di innocenti. Coloro che hanno perseguito la strada della violenza, dopo settanta anni di conflitti armati dovrebbero ammettere onestamente che i fatti non danno loro ragione e che bisognerebbe quanto meno tentare e rafforzare altre strade.
Per parte nostra vorremmo provare a unire le forze spirituali presenti in tutti. Quella terra è considerata “santa” dai figli di Abramo, ma viene tenuta in grande considerazione e guardata con assoluto rispetto da tutte le religioni. Anche per questo dovremmo sentire tutti la forte sollecitazione a rivolgerci a Dio perché riaccenda la speranza della pace anche laddove sembra smarrita e, nel solco segnato dallo “spirito di Assisi” a partire dallo storico incontro del 1986, rinnovare in ciascuno la volontà di pace, l’esigenza della conversione del cuore, la volontà del dialogo nel mutuo riconoscimento.
Per queste ragioni propongo a tutte le persone e le comunità cristiane e di ogni altra religione, di unirsi in preghiera fin da ora. Soprattutto uniremo la nostra supplica nel corso della giornata del prossimo 27 rivolgendoci a Dio per impetrare che il suo dono della pace sia finalmente accolto da tutte le persone che abitano in Israele e Palestina.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 aprile 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
abbiamo ascoltato nei giorni scorsi le dichiarazioni di diverse importanti istituzioni del panorama internazionale circa il ritiro della propria presenza militare dall'Afghanistan. Non intendiamo in questa sede esprimere una valutazione sull'opportunità della scelta compiuta a suo tempo e sui risultati raggiunti dalla presenza ventennale di una coalizione di tanti eserciti stranieri. Piuttosto abbiamo a cuore le sorti delle popolazioni di quel Paese che è chiamato a dar vita a un nuovo corso della propria storia. Non possiamo nasconderci i rischi rappresentati dai propositi di vendette maturate negli anni ed esprimiamo la preoccupazione circa la protezione delle categorie più vulnerabili della società afghana. La vita delle donne così come il diritto a una giusta educazione dei bambini, la partecipazione libera alla cosa pubblica e la garanzia della libertà di religione, sono sfide importanti per le quali chiediamo la protezione di Dio.
Dal 27 ottobre 1986 in cui S. Giovanni Paolo II volle raccogliere in Assisi tanti rappresentanti di religioni diverse per unire tutti nell'impetrare da Dio la concordia e la riconciliazione, abbiamo compreso che la pace non si ottiene con la solennità delle dichiarazioni ma piuttosto accogliendo il dono di Dio e impegnandoci a lasciar crescere quel seme nella vita di ognuno e nella speranza dei popoli.
Voglia pertanto Dio accompagnare il nuovo processo della vita degli abitanti dell'Afghanistan suscitando buoni propositi di bene in tutti. È questa la preghiera che vi chiedo di condividere il prossimo 27 in ogni casa e in ogni comunità, in tutte le lingue e le tradizioni religiose del mondo.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 marzo 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
ci sono molte situazioni in giro per il mondo che chiedono e meritano di essere segnalate all'attenzione delle nostre coscienze. Si tratta di popolazioni inermi che vengono sottoposte quotidianamente alla violenza di ogni tipo. In questo mese vogliamo raccogliere il grido che proviene dal Mozambico e che diviene supplica e preghiera. Dalle testimonianze dirette che ci provengono dai villaggi più interni e soprattutto dai distretti della provincia Nord-Est, diverse fazioni (gruppi jihadisti, esercito, compagnie militari private) si rendono protagonisti di crimini e violenze efferate. Nei giorni scorsi sono state raccolte testimonianze circa la decapitazione di bambini inermi. Questa situazione, che è iniziata all'incirca nel 2017 ha provocato un numero elevato di vittime ma anche una folla di profughi interni che vagano alla ricerca di una qualche forma di assistenza. Alla situazione politica instabile e insicura si sono aggiunti i gravissimi danni provocati dal ciclone Kenneth abbattutosi del Paese nel 2019 e dalle alluvioni dell'inizio dello scorso anno. Per questo la nostra preghiera che si rivolge al Dio misericordioso, chiede anche di risvegliare la solidarietà internazionale e la comunità politica affinché si possa intervenire efficacemente a sostegno di chi è indifeso. In questo modo vogliamo dare seguito all'intuizione di S. Giovanni Paolo II che si realizzò nell'incontro orante per la pace alla presenza di tanti rappresentanti di religioni diverse nel 1986 qui in Assisi inaugurando così lo "spirito di Assisi". Voglia l'unico Dio ascoltare la voce che, in tante lingue diverse, da tanti luoghi del mondo, invoca il dono della pace e la conversione dei cuori.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 febbraio 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
col cuore colmo di dolore ci rivolgiamo all'unico Dio pensando ai profughi che fuggono da guerre, violenze e miseria e non ricevono adeguata accoglienza e riconoscimento. Il pensiero va ai fratelli e alle sorelle che sono costretti al freddo e a sofferenze immani nelle montagne dei Balcani e che talvolta sono persino respinti con la violenza. Con loro ricordiamo quanti sono sottoposti alla stessa sorte nella frontiera tra Messico e Stati Uniti, in quella tra Myanmar e Bangladesh o Thailandia e moltissimi altri. Che Dio converta i cuori di coloro che nella comunità internazionale hanno il potere di trasformare il rifiuto in accoglienza e rispetto.
Vi invito inoltre, a ricordarvi davanti a Dio, della situazione drammatica del Myanmar (ex Birmania) di cui riusciamo ad avere solo scarne notizie. A quello che ci è dato di capire, il netto dissenso nei confronti degli autori del colpo di Stato è diffuso in gran parte della popolazione di quel Paese e rischia di degenerare in un bagno di sangue come è già avvenuto recentemente nel 1998 e nel 2007. Il Dio della misericordia preservi gli abitanti di quella terra da una tale prova e ricomponga il conflitto che si è aperto verso la pace che è garanzia di bene per tutti.
Ciascuno con la propria comunità di appartenenza, in famiglia o personalmente e secondo le modalità che riterrà più idonee, sabato 27 potrà farsi eco di quella invocazione di pace che ormai 35 anni fa si levò da Assisi.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 dicembre 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
vengo a proporvi di dedicare il nostro appuntamento mensile di preghiera per la pace al grido che proviene dall’India. In quello che è il secondo Paese per numero di abitanti, si contano circa 10 milioni di persone contagiate dal Covid 19 e 145mila decessi. Una situazione resa più drammatica da altre criticità segnalate da agenzie internazionali: penso alle discriminazioni legate a tradizioni ataviche, alla situazione di aborigeni e tribali minacciati da imprese senza scrupolo che avanzano nei territori da loro abitati da sempre, alla condizione di tante donne vittime, come in molti altri Paesi, di violenze sessuali e di molestie di ogni tipo.
Fortemente sollecitati poi dalle parole di Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti in cui si legge: “C’è un diritto umano fondamentale che non va dimenticato nel cammino della fraternità e della pace: è la libertà religiosa per i credenti di tutte le religioni” (279), dobbiamo rilevare con tristezza le minacce e le discriminazioni cui sono sottoposti in alcuni territori i fedeli di diverse religioni. A tutto questo si aggiunge la questione ancora critica del Kashmir.
Insomma sono tanti i motivi di sofferenza e di preoccupazione che ci inducono a chiedere di unire le nostre anime nella supplica all’unico Dio e a chiedere pace durevole e autentica per una terra dalle nobili tradizioni spirituali e che ha tanto da insegnare al mondo con la sua sapienza millenaria.
Ringrazio tutti coloro che vorranno unirsi ai motivi di gioia di noi cristiani che celebriamo in questi giorni il Natale di Gesù di Nazareth, l’«Emmanuele», il “Dio con noi”.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 novembre 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
gioiamo insieme alle popolazioni del Nagorno Karabak per l’accordo che è stato siglato e che auspichiamo possa garantire il tacere delle armi e della violenza e contribuire a salvaguardare l’incolumità di tutti. Sappiamo bene che già in altre occasioni gli accordi non si sono mostrati affidabili nel tempo e che anche l’attuale patto non ha trovato il pieno consenso delle popolazioni dei due Stati belligeranti. Ciononostante siamo consapevoli che quantomeno la sospensione del conflitto risparmia vite umane, distruzioni e sofferenze.
Come spesso accade, mentre quel conflitto si spegneva, in un’altra area del mondo si accendeva un nuovo focolaio. Ciò è avvenuto in Etiopia dove la popolazione della regione del Tigrai vive una situazione di grande instabilità tra rappresaglie di gruppi armati e intervento dell’esercito nazionale. Nel nostro appuntamento di preghiera mensile del 27, nel solco dell’impegno di preghiera e di azione delle religioni per la pace, che ha in Assisi un suo luogo emblematico, chiediamo di pregare per l’Etiopia. Oltre alla sofferenza già generata, il conflitto rischia di allargarsi all’intera regione del Corno d’Africa e ad altre nazioni che paiono approfittare della confusione per soffiare sul fuoco del conflitto e renderlo ancora più distruttivo. Non dimentichiamo che si tratta di popolazioni già provate dalla miseria e da un sistema economico che produce anch’esso distruzione e morte, come ci ha ricordato la riflessione di Economy of Francesco che si è svolta in questi giorni virtualmente in Assisi e si è chiusa con un vigoroso messaggio del Papa. Non dimentichiamo che anche in quella regione, come ormai in tutto il mondo, la diffusione del contagio pandemico produce vittime e sofferenze. Se la pace non è solo assenza di guerra, pregheremo anche perché termini quanto prima la diffusione pandemica.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 ottobre 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
siamo nel mese in cui, 34 anni fa, San Giovanni Paolo II convocò in Assisi la grande preghiera delle religioni per la pace. Non più gli uni indifferenti agli altri, tantomeno gli uni contro gli altri, ma insieme per elevare all’unico Dio la voce dell’anima e confidargli l’aspirazione alla pace. Oggi quella sete di pace si è fatta ancora più urgente perché i conflitti armati continuano a generare distruzione e morte nel mondo, persistono le ingiustizie sulla pelle dei più indifesi, il terrorismo continua a colpire, ingenti somme vengono investite per produrre e acquisire nuovi strumenti di morte e la violenza si manifesta in tante forme. Nello stesso tempo però è cresciuta anche la consapevolezza che la pace è dono prezioso che sgorga dal cuore di Dio e noi dobbiamo accoglierla, custodirla e diffonderla. Si moltiplicano, il più delle volte senza clamore alcuno, i gesti di amicizia e di incontro che generano un mondo nuovo. Non si tratta soltanto di firme in calce ad accordi, appelli, dichiarazioni e buoni propositi, ma di gesti e segni che sanno radicare la fraternità, fare spazio alla solidarietà e all’amicizia. Ne è testimonianza anche il recente incontro organizzato a Roma, proprio nel solco dello “spirito di Assisi”, dalla Comunità di Sant’Egidio. Noi crediamo che anche questo è frutto della preghiera.
In questo mese voglio invitarvi pertanto a pregare per la pace unendovi alle iniziative che promuoveremo da Assisi e che saranno diffuse via internet. Non trascureremo di volgere il nostro pensiero alle vittime della violenza in ogni parte del mondo e per chi ha perso la vita a causa della pandemia in corso. Pregheremo anche per la conversione del cuore di quanti cedono la parola alle armi e scelgono consapevolmente la violenza. Lo faremo avendo nel cuore le parole dell’Enciclica “Fratelli tutti” che Papa Francesco ha scelto di firmare proprio qui in Assisi ricordandoci che “il comandamento della pace è inscritto nel profondo delle tradizioni religiose” (284). Facciamo nostra la sua preghiera: “Il Signore ci aiuti a camminare insieme sulla via della fraternità, per essere testimoni credibili del Dio vivo”.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 settembre 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
quanta sofferenza nel mondo! Come dimenticare, ad esempio, la situazione drammatica che sta attraversando il Libano dopo la spaventosa esplosione del 4 agosto scorso, o le condizioni cui sono sottoposti i migranti e i richiedenti asilo di Lesbo dopo l'incendio del campo profughi di Moria, o la situazione di violazione dei diritti umani che si va aggravando in Bielorussia e in tanti altri luoghi della terra? Per questo e per altro la nostra preghiera. Ma in questo nostro consueto appuntamento mensile, vorrei attirare l'attenzione sull'Ucraina. Lì c’è una guerra a “bassa intensità” che è tipica di un conflitto dimenticato e per questo vogliamo ricordarlo, nel senso anche etimologico di “riportarlo al cuore”. Riportarlo al nostro cuore perché siamo certi che nel cuore di Dio è già presente la condizione degli abitanti del Donbass che, da oltre sei anni, sono sottoposti a gravi limitazioni che vengono rese ancora più dolorose dalla pandemia in corso. Nonostante le tregue proclamate nel corso del tempo, l'ultima delle quali sarebbe entrata in vigore il 27 luglio scorso, gli scontri armati tra l'esercito ucraino e i separatisti continuano.
Con lo sguardo di Dio non possiamo fare a meno di guardare questo conflitto dalla parte delle vittime, e cioè le popolazioni che, oltre a contare i morti, non ricevono assistenza, si sono viste limitate le possibilità di movimento, non riescono a svolgere le normali attività lavorative, sono state costrette ad abbandonare le proprie case e ora vivono la condizione di sfollati e si apprestano ad affrontare l'ennesimo inverno rigido senza poter contare sull'erogazione del gas di cui mancano da tempo. Se siamo tutti fratelli, come papa Francesco ci ricorderà presto da Assisi, quelle sofferenze ci appartengono. È con le lacrime degli abitanti di quei luoghi che vogliamo rivolgerci insieme, uomini e donne di ogni fede, al Dio che si muove a pietà dei deboli e converte il cuore dei violenti.
Vi invito pertanto a rivolgere la vostra preghiera il prossimo 27 settembre, come ogni mese, nel solco della preghiera per la pace inaugurata da S. Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986 in Assisi.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 agosto 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
questo mese di agosto viene a ricordarci con profonda amarezza i tragici anniversari delle bombe atomiche sganciate sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki settantacinque anni fa. Si trattò di una vera e propria sconfitta dell umanità. La violenza efferata contro popolazioni inermi prevalse sul dialogo e sulla comprensione reciproca. Nonostante gli orrori prodotti da quella insensatezza, il progetto di morte dell arma nucleare non si è fermato. Crescono gli arsenali di nuove armi ancor più distruttive. Per questo vengono investite risorse ingenti nella ricerca, nella produzione e nella tenuta in sicurezza di tali ordigni di morte. Papa Francesco ha affermato, a tal proposito, che “l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche. Saremo giudicati per questo” (Papa Francesco presso il Memoriale della pace di Hiroshima, 24/11/2019).
Vi invito pertanto, il 27 di agosto, a unire la vostra preghiera a quella di tutte le persone di buona volontà affinché sia definitivamente approvato il Trattato Onu del 2017 che prevede la messa al bando della ricerca, costruzione, possesso e uso delle armi nucleari. Sono tanti i Paesi che finora l'hanno firmato e ratificato compreso il Vaticano, ma non in numero sufficiente per la sua entrata in vigore. Chiediamo anche all Italia, che ospita testate nucleari, di aderire convintamente al Trattato.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 lugglio 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
la sfida della pace ci chiede di accogliere dall'unico Dio l’invito a sentirci fratelli e sorelle, e a vivere come tali, imparando a rispettare, armonizzare e, nella misura possibile, valorizzare le nostre diversità in vista del bene comune.
Vorrei attirare l’attenzione della nostra preghiera su due scenari. Il primo riguarda la Terra Santa, dove continuiamo ad assistere all’inimicizia tra i due popoli israeliano e palestinese. Certo non mancano in quel contesto persone di buona volontà, dell’una e dell’altra parte, e tentativi di riconciliazione che purtroppo non ricevono adeguato spazio di informazione. Si pone invece come una minaccia alla pace la decisione del governo di Israele di annettere alcune aree della Cisgiordania, con un prevedibile esito di aumento dell’incomprensione e di possibili reazioni violente. Invitiamo a pregare affinché le due parti, tenendo conto anche delle valutazioni e delle mediazioni di carattere sovranazionale, tornino a parlarsi e ricompongano la convivenza possibile nel rispetto dei diritti di tutti.
Allo stesso modo il nostro impegno di preghiera guarda alla Turchia, terra che unisce oriente ed occidente, fedi e culture diverse. Preghiamo perché la Basilica cristiana dedicata alla Divina Sapienza (Santa Sophia) sia rispettata nella sua fisionomia originaria, in un rapporto tra cristiani e musulmani che superi la logica della contesa e si sviluppi all’insegna del dialogo, dell’incontro e del riconoscimento reciproco.
Per questo chiedo a tutti di unirsi spiritualmente nella preghiera del 27 di questo mese perché il Dio della pace renda disponibili i cuori all'incontro con l'altro, all'ascolto delle sue ragioni e della sua storia fino a raggiungere, nel discernimento del vero e del bene, la “convivialità delle differenze” che costruisce la pace vera.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 maggio 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
lo scorso 14 maggio abbiamo aderito, in comunione con papa Francesco, all'invito dell'Alto Comitato per la Fratellanza umana per “una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia da Coronavirus”. Vi ringrazio di cuore perché so che molte famiglie, molte comunità religiose e molti fratelli e sorelle di tante religioni diverse si sono uniti nei tre gesti che ci venivano richiesti.
Per il nostro prossimo appuntamento di preghiera del 27 vorrei che proseguissimo nella preghiera per questa intenzione concentrandola sulle situazioni di maggiore necessità. Si tratta di campi profughi, villaggi difficilmente raggiungibili, comunità indigene come quella dell'Amazzonia, aree distanti da presidi sanitari e luoghi di cura, periferie degradate di centri urbani, situazioni già provate da conflitti armati, popolazioni provate dalle conseguenze nefaste delle sanzioni economiche dirette ai propri governi.
Sono gli ambienti in cui la miseria non consente di far fronte adeguatamente a una minaccia tanto pericolosa come quella del virus Covid 19. Pregheremo anche perché quanti sono responsabili di scelte economiche e politiche siano veramente docili alla voce dello Spirito di Dio e guardino non a interessi particolari ma al bene comune delle proprie nazioni e del mondo intero.
Vi chiedo pertanto di unirci spiritualmente ancora a invocare la pace che oggi significa soprattutto riuscire a debellare la minaccia della pandemia. Lo faremo, come sempre, nella giornata di mercoledì 27 maggio, ciascuno nei luoghi e secondo le modalità che sono più consone e che vengono consentite dalle norme sanitarie in corso.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 aprile 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
siamo consapevoli che se anche ci sono guerre che mediaticamente e politicamente vengono definite “conflitti dimenticati” e “a bassa intensità”, nel cuore di Dio sono invece molto vive e presenti.
Tra i conflitti armati definiti in quel modo c’è quello in Kivu, una regione della Repubblica Democratica del Congo, la cui disgrazia sembra essere dettata dalla sua ricchezza, ovvero dalle materie prime presenti nel sottosuolo – in primis il coltan – indispensabili per la nostra tecnologia (smartphone, computer...). Il governo e alcune formazioni armate irregolari ormai da anni si contendono il controllo delle aree delle miniere con la violenza. Molto spesso sono donne e bambini a restare vittime di crudeltà di ogni tipo. A questo si aggiunge l’epidemia di Ebola che ha mietuto un numero impressionante di vittime e che sembra essere stata ormai ridotta drasticamente proprio nel momento in cui la pandemia del Covid 19 sta raggiungendo il continente africano. Non è difficile comprendere quali effetti distruttivi avrebbe la diffusione della pandemia nel continente africano poco attrezzato in termini di assistenza sanitaria e di infrastrutture.
Sono tutte ragioni che ci inducono a elevare la nostra preghiera dell’appuntamento del 27 aprile all’unico Dio secondo le diverse tradizioni religiose, nei tempi e nei modi che ciascuno sceglierà, per le popolazioni di quella vasta area del Congo. In questo tempo in cui anche il nord del mondo vede negli occhi la morte e la sofferenza di tanti fratelli e sorelle, sgorghi più forte anche la supplica perché gli uomini possano accogliere il dono della pace.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo
27 mese 2020
Carissimi,
il mese scorso abbiamo pregato per le persone colpite da coronavirus in Cina e per i numerosi popoli, etnie e culture che la abitano. Ora la pandemia sta interessando tutto il globo terrestre. Tanti sono gli interrogativi che ci interpellano nel constatare la vulnerabilità di una società basata sul benessere e il consumismo. Di fronte al bisogno estremo, che si abbatte anche su popolazioni economicamente più solide, ci accorgiamo che siamo tutti sulla stessa barca, e solo restando uniti possiamo cercare una via di uscita. Quale pace vogliamo costruire?
Proponiamo questo interrogativo anche ai fratelli di altre religioni che vogliono unirsi a noi nella preghiera. Per noi cristiani, mentre viviamo con la Quaresima un tempo speciale di conversione, il pensiero va a Gesù che ha preso su di sé tutti i dolori dell'umanità, per ridonarci l’abbraccio misericordioso di Dio e la bellezza della fraternità smarrita. Sentiamo in fondo al cuore l’invito a un cambio di rotta, nella direzione di una vera solidarietà, che non lasci nessuno abbandonato o ai margini. Un cambio di rotta che si esprima in piccoli o grandi gesti, come quelli che stiamo ammirando in questi giorni di crisi in tanti che stanno donando la parte migliore di sé al servizio degli altri, soprattutto quanti operano in prima linea per salvare vite umane.
Se un “virus” è capace di mettere in ginocchio il mondo, è ora di metterci in gioco tutti, per difenderci da questo e da tanti altri “virus” che producono scenari di guerra, violenza e indifferenza. Il “coronavirus” e tutti gli altri “virus” non sono imbattibili. In questo 27 del mese, giornata che ricorda l’impegno per la pace di tutti i leader religiosi della terra, facciamo brillare da un punto all’altro del pianeta la nostra preghiera. L’apostolo Paolo scrive che “tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”. La pandemia che minaccia il pianeta ci spinga a passi decisivi per la realizzazione di un mondo più unito e fraterno.
Il Signore vi dia pace
+ Domenico Sorrentino, vescovo